Passa ai contenuti principali

Messa a terra dei ponteggi metallici

Il collegamento a terra di un ponteggio metallico può essere necessario per tre motivi:
1. Il ponteggio è una struttura metallica di notevoli dimensioni situata all’aperto e deve essere protetta contro i fulmini, ai sensi del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro DLgs 81/08, art. 84 e All. IV, art. 1.1.8 (ex DPR 547/55, art. 39).
2. Il ponteggio è una massa e deve essere protetta contro i contatti indiretti.
3. Il ponteggio è una massa estranea e deve essere collegata allostesso impianto di terra delle masse.
Esaminiamo brevemente te tre situazioni in cui occorre mettere a terra il ponteggio.

1- Il Ponteggio è una Struttura di Notevoli Dimensioni

Una struttura metallica è di notevoli dimensioni quando il rischio relativo al fulmine supera quello ritenuto tollerabile dalla norma, tenuto conto:
• delle sue dimensioni,
• del Comune in cui si trova (numero di fulmini all’anno e al kilometro quadrato),
• del tipo di suolo circostante (resistività),
• della sua posizione, ad esempio è ubicato in cima ad una collina.
Si dovrà dimostrare che il ponteggio è autoprotetto dai fulmini, oppure spiegare i motivi per cui necessita della protezione contro i fulmini. Il sistema di protezione contro i fulmini, se realizzato, deve essere denunciato a cura del datore di lavoro (impresa edile), ai sensi del DPR 462/01 all’Asl/Arpa e all’Ispesl mediante invio di copia della dichiarazione di conformità rilasciata dall’impresa installatrice con il relativo modulo di accompagnamento (il modulo è variabile da zona a zona per l’Asl/Arpa; al modulo dell’Ispesl va allegata la ricevuta del versamento di 30 €).
In genere, la denuncia viene inoltrata dall’impresa installatrice per conto del datore di lavoro, ma si tratta di un favore e non va scambiato per un obbligo.
Va da sè che mettere a terra tutti i ponteggi ai fini della protezione contro le scariche atmosferiche, comporta:
• la denuncia all’Asl/Arpa e all’Ispesl;
• la relativa verifica a campione dell’Ispesl;
• la verifica biennale da parte delI’Asl/Arpa, oppure di un organismo abilitato.
Tutti questi adempimenti possono essere evitati, se la messa a terra non è richiesta, come spesso accade. Non sono mai necessari i ponticelli per assicurare la continuità metallica tra le diverse parti del ponteggio, ai fini della protezione contro le scariche atmosferiche (il fulmine tira dritto.., ma non segue il ponticello).

2. Il ponteggio è una massa
È appena il caso di ricordare che una massa è una parte metallica di un componente elettrico, che può andare in tensione per un guasto all’isolamento principale e che può essere toccata.
Se sul ponteggio sono applicati componenti elettrici diventa una massa? Va collegato a terra? I casi sono i seguenti.

Cavi sul ponteggio

Frequentemente sul ponteggio sono posati cavi elettrici. In genere, sono cavi di classe II, ad esempio HO7RN-F, oppure cavi unipolari senza guaina ad es. NO7V-K (cordina) posati in tubo protettivo. In questi casi, il ponteggio non diventa una massa, perché tra il ponteggio e te parti in tensione c’è un isolamento doppio o rinforzato e una sufficiente protezione meccanica (guaina e/o tubo protettivo). Se le cordine vengono posate direttamente a contatto del ponteggio, questo diventa una massa, ma si tratta di una posa non ammessa, fig. 1a). Occorre quindi cambiare il tipo di cavo o di posa, più che collegare a terra il ponteggio, fig. 1b). Infatti, anche con il ponteggio messo a terra la situazione sarebbe sempre e comunque fuori norma, anche perché la cordina, esposta al pericolo di abrasioni, costituisce un pericolo di contatto diretto.

Fig. 1 - Messa a terra del ponteggio.
a) il cavo N07V-K (cordina) non è di classe II. Questo tipo di posa non è ammesso.
b) Il cavo HO7RN-F è di classe II. Non occorre La messa a terra del ponteggio.
c) L’apparecchio di illuminazione è di classe Il. Non occorre La messa a terra del ponteggio.
d) Il montacarichi è messo a terra, ad esempio tramite il PE del cavo di alimentazione. Non occorre la messa a terra del ponteggio.

Apparecchio isolante, non di classe II

Un apparecchio con l’involucro isolante e avente solo l’isolamento principale, non è di classe II, perché non ha l’isolamento doppio o rinforzato (non è di classe I, perché non ha la massa).
Tale apparecchio montato sul ponteggio metallico lo trasforma in una massa, perché tra il ponteggio e le parti in tensione c’è solo un isolamento principale.
In questo caso, il ponteggio va collegato a terra, come tutte le masse, o meglio, va collegato a terra il tratto di ponteggio sul quale è montato l’apparecchio, fig. 2 a).
Inutili tutti i ponticelli tra le varie parti del ponteggio.
Nell’installazione di questo apparecchio si può tuttavia prevedere un isolamento supplementare, ad esempio un interruttore entro un quadretto isolante; in questo modo si ricade nel componente elettrico di classe II (per installazione) e non occorre più collegare a terra il ponteggio.

Apparecchio di classe III

Se l’apparecchio montato sul ponteggio è alimentato da un sistema SELV (bassissima tensione di sicurezza) o PELV (bassissima tensione di protezione), non occorre mettere a terra il ponteggio, fig. 2 b).
Si ricorda che un sistema SELV:
• ha una tensione che non supera 50 V c.a. e 120 V c.c.,
• è alimentato da un trasformatore di sicurezza,
• non ha alcun punto del sistema elettrico collegato a terra,
• è separato dagli altri circuiti con isolamento doppio o rinforzato, TNE 1/08, pag. 18.
Fig2-Messa a terra del ponteggio.
a) Un apparecchio isolante, ma non di classe II, è montato sul ponteggio. Il ponteggio è una massa. La parte del ponteggio che sorregge l’apparecchio di illuminazione va collegata a terra. 
b) Un apparecchio alimentato SELV (apparecchio di classe III) è montato sul ponteggio. Il ponteggio non va collegato a terra.
Fig. 3 - Misura della resistenza di terra naturale del ponteggio.
Il sistema PELV ha le stesse caratteristiche di un sistema SELV salvo un punto del sistema elettrico a terra.

3. Il ponteggio è una massa estranea

Il ponteggio appoggia su terreno tramite i”piedini” (piastre) e costituisce quindi un dispersore naturale di fatto.
Quando la resistenza verso terra de ponteggio è a 200 ohm  il ponteggio costituisce una massa estranea, che va collegata ai fini dell’equipotenzialità stesso impianto di terra esistente, al quale sono collegate le masse.
Se il terreno è asfaltato, o ricoperto di ghiaia, oppure è lastricato o costituito di roccia, marmo o similari, sicuramente il ponteggio non è una massa estranea, perché k sua resistenza verso terra supera senz’altro 200 ohm.
Negli altri casi, in caso di dubbio, bisogna misurare la resistenza verso terra de ponteggio, come se fosse un dispersore, mediante un misuratore di terra, fig. 3.
Se il ponteggio è una massa estranea va collegato, in uno o due punti alla base de ponteggio, all’impianto di terra del cantiere.
Il conduttore equipotenziale deve avere una sezione di almeno 6 mm2 (CEI 64-8, V2).
Anche in questo caso, non sono mai necessari ponticelli per assicurare b continuità metallica tra e diverse parti de ponteggio, infatti a resistenza che il ponticello elimina, non è attraversata da una corrente di guasto, e dunque non introduce una differenza di potenziale.

4. Conclusioni

Il diagramma di flusso di fig. 4 può essere utile per stabilire se collegare a terra il ponteggio e per quale motivo.
A ben vedere, occorre mettere a terra un ponteggio solo in casi particolari. In nessun caso, occorrono i ponticelli (cavallotti) tra e varie parti de ponteggio.
Ciò contrasta con l’abitudine di collegare sempre a terra i ponteggi, secondo l’idea per cui è sempre meglio collegare a terra: non si sa mai, e si evitano e contestazioni di qualche ispettore che, vedendo sempre i ponteggi collegati a terra, appena ne vede uno non a terra lo ritiene fuori norma.
La professionalità consiste innanzi tutto nel conoscere bene la regola dell’arte. Per conoscere bisogna pensare. Pensare è faticoso, sicché molti non pensano a niente… e collegano a terra tutto. (“Messa a Terra dei Ponteggi” da TuttoNormel num Mar.’09)

Commenti

Post popolari in questo blog

Uso dei trampoli (stilt) in cantiere

In qualche corso faccio vedere l'impiego dei trampoli con lo scopo di parlare dei rischi derivanti dall'impiego delle scale e della gente che con le scale ci cammina. La domanda però è la seguente. Sì possono usare in Italia? In Italia non c'è una norma che regoli l'uso dei trampoli. In questo caso il riferimento è la valutazione dei rischi condotta dal datore di lavoro e, nel cantiere, dal CSP. L'OSHA (USA) a un quesito rispondeva che non esistono divieti di impiego degli stilt e che nemmeno sono previsti cambiamenti normativi.(1995) With regard to stilts, please be advised that OSHA regulations do not prohibit their use. In addition, OSHA has no plans to prohibit them. It should be stressed that where standard guardrails are used to protect employees working near an edge, the height of the guardrails may have to be raised if stilts are to be used.   Qualcosa di più interessante è stato prodotto da Worksafe dello stato di Vittoria in Australia.

MODELLO SEMPLIFICATO REDAZIONE PSC

Modello semplificato per la redazione del PSC (Le dimensioni dei campi indicati nelle tabelle a seguire sono meramente indicative in quanto dipendenti dal contenuto) PIANO DI SICUREZZA E   COORDINAMENTO MODELLO SEMPLIFICATO 0 00/00/0000 PRIMA EMISSIONE CSP REV DATA DESCRIZIONE REVISIONE REDAZIONE Firma PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (2.1.1) * Il PSC è specifico per ogni singolo cantiere temporaneo o mobile e di concreta fattibilità,   conforme alle prescrizioni dell’art.15 del d.lgs. n. 81 del 2008, le cui scelte progettuali ed organizzative sono effettuate in fase di progettazione dal progettista dell’opera in collaborazione con il CSP